NFL 2015 – 2016 preview

New England Patriots: in questa offseason stanno succedendo un sacco di cose che potrebbero far credere che i Patriots faranno molta più fatica a rimanere competitivi. La perdita di Ridley e Vereen in attacco e di Wilfork, Browner e Revis in difesa più il Deflategate e il fatto che tutte le altre squadre della division si siano rinforzate gettano in effetti una cattiva luce per la stagione che verrà. Il fatto è che finché esistono Belichick, Brady e Gronkoski è difficile immaginarsi dei Patriots non protagonisti.

New York Jets: alcune aggiunte mirate piacciono: Marshall è esattamente quello che ci vuole per un quarterback non certo preciso come Geno Smith e per far giocare Decker come secondo wide receiver che è il suo ruolo, Ridley e Stacy possono dare una grossa mano nel gioco di corsa, per non parlare di Revis e Cromartie in secondaria. Inoltre il nuovo coaching staff e anche il nuovo GM sembrano già sul pezzo. Bisogna sperare in un miglioramento proprio di Geno Smith, che deve scendere definitivamente dal GenoCoaster e diventare un quarterback almeno affidabile, altrimenti arriverà qualche vittoria in più ma non certo la rilevanza e tantomeno i playoff.

Miami Dolphins: anche qui, aggiunte fatte bene e abilità nel mandar via un Wallace che non si è mai integrato. Tannehill pare essere diventato un quarterback solido e ora può godere della tranquillità del contrattone che ha appena firmato, di gente a cui passare la palla ne ha un sacco, il gioco di corsa non appare esplosivo ma può comunque dare una mano, in difesa la secondaria non è il massimo ma davanti con Suh e Wake fanno paura. Certo, la concorrenza per i playoff è feroce, ma loro sono tra i candidati più accreditati.

Buffalo Bills: l’arrivo di Rex Ryan ha dato un sacco di entusiasmo, ovviamente; in difesa se n’è andato Alonso ma tanto la squadra aveva giocato bene anche senza di lui l’anno scorso e in cambio è arrivato un runningback fantastico come McCoy, molto più adatto al gioco di Ryan rispetto all’altro partente Spiller. Il problema è lo stesso dei Jets e di tanti altri, ovvero che l’unico ruolo dove non sembra esserci affidabilità è quello di quarterback, cioè il più importante. Vedremo a chi verrà assegnato il ruolo di titolare dopo la classica competition interna estiva ma in ogni caso non si potrà certo contare su una star nel ruolo e se i playoff non arrivano subito in molti lo vedranno come un fallimento.

Baltimore Ravens: le perdite di Torrey Smith in attacco e di Ngata in difesa più l’incertezza sulle condizioni fisiche di Pitta non sembrano essere coperte del tutto, quindi boh, prevedo che andrà come l’anno scorso, cioè che lotteranno fino alla fine per agguantare i playoff e se ce la faranno saranno più competitivi lì che non in regular season.

Pittsburgh Steelers: l’anno scorso hanno subito un sacco di infortuni e dovevano inserire in squadra diversi giovani, quest’anno i suddetti giovani sono più esperti e sembrano essere sulla buona strada e gli infortuni si spera diminuiscano. Gli unici problemi sono che Bell salterà le prime tre giornate per squalifica e che Antonio Brown sta rognando per un contratto nuovo, ma obiettivamente è difficile immaginarsi questi Steelers fuori dai playoff.

Cincinnati Bengals: mica tutti gli anni ci si può aspettare che i Bengals arrivino ai playoff in relativa tranquillità e poi perdano la prima patita come è successo negli ultimi quattro anni. Prima o poi succederà qualcosa di diverso. Tipo che ai playoff non ci vadano proprio. Non perché siano peggiorati, ma perché nella conference tante squadre sono migliorate e quindi l’asticella per la post season sarà più alta e non so se la squadra che è in pratica rimasta uguale sarà in grado di arrivarci.

Cleveland Browns: l’anno scorso con Pettine alla guida sono molto migliorati e per la prima volta sono stati competitivi fin quasi alla fine. Il problema è che quest’anno non sembrano aver fatto alcun ulteriore miglioramento e, visto che appunto l’asticella per i playoff in AFC si è senz’altro alzata, sarà dura per loro essere rilevanti come l’anno scorso. Certo, se è vero che Manziel ha risolto tutti i suoi problemi fuori dal campo e ha acquisito la mentalità giusta per emergere anche in NFL, come sta filtrando dai primi report, potrebbero esserci delle belle sorprese, anche se non si sa a chi la passerebbe il buon Johnny Football, visto che a ricevitori la squadra sembra molto carente.

Indianapolis Colts: non giriamoci intorno: per il posto nel Superbowl della AFC i favoriti sono loro. Le aggiunte in attacco sono micidiali e non venitemi a dire che Gore e Johnson sono vecchi, sì lo sono, ma hanno ancora un paio d’anni a alto livello da dare, inoltre la difesa e la linea offensiva hanno saputo elevare il proprio rendimento quando contava di più, insomma sembra proprio che siano una gran corazzata quest’anno senza punti deboli.

Houston Texans: attenzione che se Wilfork ha ancora qualcosa da dare e se Clowney riuscirà a non infortunarsi, la difesa davanti farà paura con quei due e JJ Watt insieme, poi in attacco se Mallett si dimostrerà almeno affidabile, se Hopkins completerà la propria evoluzione diventando un vero primo violino e se Foster non si rivelerà logoro non saranno nemmeno facili da fermare con la palla in mano. Tanti se, ma nessuno di questi appare utopistico. Stiamo attenti a questi.

Tennessee Titans: la voglia di scrollarsi di dosso l’anonimato e l’irrilevanza si è manifestata con la scelta di Mariota e di un altro giovane wide receiver, sperando di dare una scossa a un attacco senza identità. Certo non succederà niente di serio quest’anno, ma almeno si capirà se la strada è quella giusta, del resto non potevano continuare a rimanere nel torpore degli anni scorsi.

Jacksonville Jaguars: lo sanno anche loro che la storia della squadra giovane che può sbagliare perché deve crescere è durata un po’ troppo a lungo e ora è il caso di quagliare. L’acquisto di un top del suo ruolo come Julius Thomas va in quella direzione, ma ovviamente tutto passa dalle mani di Bortles che dovrà come minimo essere affidabile. Il potenziale c’è, al di là delle brutte statistiche dell’anno scorso, vediamo quanto riusciranno a migliorare lui e la squadra.

Denver Broncos: annata di boom or bust, dato che Manning è all’ultimo anno, per accontentare Demaryus Thomas si è dovuta sborsare una bella sommetta e Julius Thomas se n’è andato, insomma non pare esserci tutta questa voglia diffusa di rimanere in Colorado, quindi o si vince subito, oppure col ritiro di Manning ci sarà la smobilitazione. Nonostante le perdite e i malumori, la possibilità di trionfare c’è eccome.

San Diego Chargers: atmosfera strana nella soleggiata San Diego, visto il possibile trasferimento a Los Angeles e il fatto che se succede Rivers ha già detto che se ne andrà. Sembra un anno di attesa, infatti la squadra non ha fatto nulla se non prendere al draft uno dei running back più promettenti proprio per togliere un po’ di pressione a Rivers. Vedremo che succederà ma non sembrano una squadra da playoff onestamente.

Kansas City Chiefs: a una squadra già solida è stato aggiunto un wide receiver forte come Maclin, quindi si prevede un altro anno da otto-nove vittorie per la squadra di Andy Reed. Vedremo però se basteranno per i playoff.

Oakland Raiders: paradossalmente, da una squadra come quella dell’anno scorso molto basata su veterani, è uscito un blocco di giovani che promette molto per il futuro. A essi quest’anno sono stati aggiunti due buoni wide receiver, ovvero il miglior prospetto del draft e un esperto affidabile come Crabtree, quindi insomma, la strada sembra essere quella giusta.

Washington Redskins: come avevo ampiamente previsto l’anno scorso, Griffin e Gruden non sono fatti per stare insieme. Il problema è che si è chiaramente visto che non hanno alternative e devono trovare modo di convivere. Per ora la dirigenza ha fatto scelte al draft che dovrebbero togliere un po’ di pressione al quarterback e nel frattempo si spera che lui e il coach si vengano incontro.

Philadelphia Eagles: al suo terzo anno, Chip Kelly ha chiaramente preso il controllo di tutto e ha deciso che l’importante è avere giocatori adatti ai propri schemi e che li seguano fedelmente, piuttosto che altri più forti ma non adattissimi al suo gioco. Il concetto è stato portato all’estremo e così è stato caricato il reparto running back e sono stati presi difensori che fanno della velocità il punto di forza. Peccato che nel football si vinca anche coi passaggi e lì la situazione appare incerta, sia per chi i passaggi li deve fare che chi li deve ricevere. L’esperimento è interessante, magari ha ragione lui, secondo me invece ha esagerato troppo.

New York Giants: in teoria, la squadra l’anno scorso è molto migliorata nella seconda parte della stagione, quindi potrebbe essere pericolosa, calcolando che dovrebbe anche tornare sano Cruz e che Beckham può davvero essere incontenibile. In realtà non sembrano solidissimi sulle corse e poi il rendimento di Manning è sempre un’incognita.

Dallas Cowboys: anche qui, l’idea è stata quella che se l’anno scorso il gioco di corsa ha avuto successo, l’importante non era tenere chi correva, ma chi creava spazi. Quindi Murray se n’è andato, ma chi creava gli spazi è rimasto e la dirigenza è convinta che anche con giocatori di minori pretese economiche – e conseguentemente meno forti – la cosa funzionerà lo stesso. Esperimento interessante anche questo, anche perché a esso si aggiungono delle scelte in difesa con giocatori forti in campo ma non certo irreprensibili fuori, il che è sempre un rischio.

Green Bay Packers: la loro missione nella offseason era rimanere la stessa squadra e ci sono riusciti, aggiungendo anche un wide receiver promettente al draft. L’anno scorso sono andati a tanto così dal partecipare al Superbowl, quest’anno lo giocheranno.

Chicago Bears: chissà se il cambio di coaching staff gioverà a Cutler, per ora la coppia Fox-Gase ha fatto molto bene con Peyton Manning che è giocatore ben diverso, soprattutto in termini di affidabilità. Cutler non sarà mai affidabile, sarà sempre il giocatore capace di grandi colpi e grandi errori, l’unica speranza è che ci guadagni dal cambio tra un frustrato Marshall e questo wide receiver preso dal draft che dicono sia molto forte. La difesa non sembra aver fatto chissà quale miglioramento rispetto all’anno scoro e insomma, si prevede un’altra annata non certo brillante.

Detroit Lions: la perdita di Suh si farà indubbiamente sentire, ma probabilmente in attacco le cose dovrebbero andar meglio grazie a un gioco di corsa più efficace. Certo, ci vorrebbe uno Stafford più solido e meno altalenante, però un altro viaggio ai playoff non appare impossibile.

Minnesota Vikings: in difesa la squadra sembra ben messa, con tanti giovani già perfettamente calati nel contesto. In attacco, invece, le incognite sono diverse: chi è l’Adrian Peterson del 2015? Patterson ha finalmente capito come usare bene il proprio talento, e il coaching staff l’ha capito? Bridgewater è davvero una realtà o il sophomore slump è dietro l’angolo? Wallace sarà l’arma letale che era a Pittsburgh o il corpo estraneo che era a Miami? Sarà davvero interessante vederli all’opera.

Carolina Panthers: l’anno scorso, Rivera ha svoltato la stagione affidandosi ai giovani, quest’anno si dovrebbe già partire con la formazione migliore e con un bel paio di aggiunte al draft. Sarà anche importante proteggere bene Newton, e in questo l’acquisto di Oher è la classica incognita del veterano che non si sa quanto abbia ancora da dare. Il mio adorato Ace Boogie dovrebbe quantomeno essere sano e non avere quindi tutti i problemi di insicurezza dovuti alla caviglia malandata. La division è la più imprevedibile delle otto, può davvero succedere di tutto.

New Orleans Saints: come si troverà Brees in una squadra in cui si punterà più a correre che a passare la palla? In teoria bene, in pratica però ci vorrebbe anche qualcuno con mani sicure a ricevere i suoi passaggi e sembra proprio questo che manca, o Brandin Cooks conferma il potenziale lasciato vedere la scorsa stagione prima dell’infortunio, o altrimenti gli altri sono tutti discreti giocatori ma non certo dei campioni, e manca Graham lasciato andare via.

Atlanta Falcons: le cose da sistemare erano due: la difesa e il gioco di corsa. La dirigenza al draft ha puntato sulla prima, rinunciando all’opportunità di prendere il miglior running back del lotto che viene pure dalla Georgia. Del resto il coach è l’ex defensive coordinator dei Seahawks, quindi magari le scelte le ha fatte giuste. Vedremo.

Tampa Bay Buccaneers: molto gira attorno alla figura di Winston. Se è davvero il nuovo Roethlisberger come si dice in giro e la smette di far casini fuori dal campo, l’attacco può davvero avere una bella spinta, visto che il talento tra chi deve ricevere i passaggi non manca. Purtroppo il gioco di corsa sembra invece tutt’altro che solido dopo che Martin non appare più quello del suo anno da rookie. In difesa non sembrano messi male, insomma se gira l’attacco può girare bene tutto.

Seattle Seahawks: sarebbe facile dire che hanno preso Graham e quindi è tutto a posto e invece no. Il costo per prendere il miglior tight end del gioco non è stato lievissimo e anche se non sono state perse delle vere star, la mancanza del contributo di chi non c’è più potrebbe comunque sentirsi. Inoltre, diversi giocatori che ai tempi erano stati messi giustamente sotto un contratto poco costoso, ora iniziano a bussare a denari. Insomma, servirà per prima cosa un’ottima gestione psicologica, finora Carroll in questo è stato maestro, ma la missione stavolta è più complicata del solito.

San Francisco 49ers: indubbiamente la difesa si è parecchio indebolita, ma io non la vedrei così tragica. Volendo la minor solidità difensiva potrebbe anche essere compensata da un attacco che invece appare migliorato, con un Torrey Smith che è una garanzia, un Carlos Hyde pronto a prendere sulle proprie spalle il gioco di corsa e un Reggie Bush che è quel running back bravo anche a posizionarsi per i passaggini corti che Kaepernick non ha mai avuto. Certo, Colin non è esattamente il miglior interprete del tocco raffinato che serve in queste occasioni, ma magari il lavoro con uno come Kurt Warner gli è servito. Attenzione a darli per morti.

Arizona Cardinals: l’anno scorso sono stati falcidiati dagli infortuni e sono stati comunque protagonisti, quest’anno si presentano semplicemente come i maggiori candidati a giocare (e probabilmente perdere, però vabbè sarebbe già buono arrivarci) il Championship contro i Packers. È davvero un gruppo ben assortito sia in attacco che in difesa, guidato da una grande mente tattica come Arians, davvero, solo ulteriore sfortuna potrebbe tenerli lontano dall’arrivare lontano.

St. Louis Rams: la difesa ha giocato alla grande l’anno scorso e quest’anno si ripresenta bella pericolosa e l’attacco dovrebbe beneficiare del miglior running back del draft. Il quarterback è cambiato ma il livello di inaffidabilità è lo stesso e non si sa bene chi dovrebbe ricevere i passaggi. Qualcosa di buono lo combineranno ma non abbastanza da arrivare ai playoff.

Pubblicato il luglio 20, 2015 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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