In difesa di Ettore Messina

L’andamento della stagione di Milano è obiettivamente sconcertante finora, visto che chiunque vedeva il roster allestito da Ettore Messina come probabile partecipante alle Final Four di EuroLega, e invece, all’inizio del girone di ritorno, la squadra si trova all’ultima posizione di classifica. Anche in LBA, nonostante il primo posto, ci sono molte perplessità, date non solo da alcune sconfitte contro squadre di secondo piano, ma anche, se non soprattutto, dallo scarso utilizzo di chi non trova spazio in EuroLega, e che appariva più che idoneo ad avere minuti importanti nella competizione nazionale.

Ho specificato che il roster è stato “allestito da Ettore Messina” proprio perché in moltissimi stanno chiedendo a voce sempre più alta le dimissioni del coach e President of Basketball Operations dell’Olimpia, visto come unico responsabile di questo rendimento così sotto le attese. In questo post, però, proverò a prendere le difese di Messina, poiché ritengo che si sia trovato davanti ad alcune situazioni imprevedibili e unicamente dovute a negligenza e/o debolezza caratteriale dei giocatori.

Ad esempio, Messina non poteva certo immaginarsi di trovare un Kevin Pangos così scarico dal punto di vista fisico-atletico. È vero che il giocatore è stato lontano dalle partite per diverso tempo, ma un conto è che a un atleta manchi il ritmo partita, un altro è che non mostri mai un minimo di brillantezza fisica, oltre che di reattività di pensiero. Un professionista di quel calibro avrebbe dovuto mantenersi in forma e presentarsi tonico, e poi, appunto, il ritmo partita sarebbe stato ripreso nel giro di poche gare. Invece, il play canadese ha iniziato con grande lentezza e poi la situazione è sempre più peggiorata, fino al grave infortunio, chiaro sintomo di una mancanza di “manutenzione” del proprio corpo in un periodo in cui certamente la società Olimpia non poteva intervenire.

Messina non poteva nemmeno aspettarsi che due giocatori navigati come Johannes Voigtmann e Deshaun Thomas rifiutassero categoricamente fin dal primo giorno di fare ciò che il coach aveva deciso di chiedere loro, e che rappresentava una ricerca di ampliamento del proprio bagaglio tecnico perfettamente coerente con le caratteristiche fisiche e cestistiche dei due. A Thomas è stato chiesto di giocare maggiormente fronte a canestro, visto che il gioco di Messina necessita di un interprete di impatto fisico che attacchi le difese in quel modo, cercando di avvicinarsi al canestro in palleggio, e l’ex Bayern sembrava avere il ball handling necessario; a Voigtmann, invece, è stato chiesto di giocare più da lungo classico, cosa che, con quel fisico e con l’esperienza maturata dal giocatore non era certo campata per aria. Invece, nessuno dei due ci ha nemmeno provato, ed entrambi si sono auto esclusi senza farsi troppi problemi in tal senso.

Era anche difficile, per Messina, prevedere di trovarsi di fronte a uno Stefano Tonut così rassegnato dal punto di vista caratteriale. Si dirà che all’ex Reyer non sono state date molte occasioni, ma troppo spesso il campo ha mostrato un giocatore timido e con un atteggiamento molto lontano da quello che ne ha caratterizzato le gesta negli anni veneziani e in Nazionale. Si sa che questo coach non è uno che “ti aspetta”, ma chi ha fatto ciò che ha fatto Tonut nella propria carriera non può rassegnarsi così rapidamente.

Più in generale, Messina ha certamente sbagliato diverse valutazioni e non ha saputo rapportarsi con determinate personalità all’interno dello spogliatoio, ma poi spetta anche ai giocatori cercare di tirarsi fuori dal buco. Uno che ci sta provando, e i risultati in campo si vedono, è Brandon Davies, che per un po’ è stato molto spaesato in campo, ma poi ha capito meglio come sfruttare i propri punti di forza e ora sta dando un contributo. Poi, certo, nel caso di altri giocatori, ci sono dei limiti tecnici che avrebbero potuto essere valutati meglio, come ad esempio quelli legati a Naz Mitrou-Long e a Devon Hall, entrambi non ancora pronti per il peso che era stato immaginato per loro nelle gerarchie della squadra. Però non può ricadere tutto sulle spalle del coach, perché le mancanze di molti giocatori sono altrettanto gravi, e gli infortuni certamente non hanno aiutato.

L’aspetto degli infortuni è importante anche perché una delle accuse più frequenti rivolte a Messina è quella secondo cui ha sbagliato a prendere Luwawu-Cabarrot invece di un play. Peccato che non ho letto alcun nome concreto di questo fantomatico play che si sarebbe dovuto acquisire, quindi, voglio dire, non è che forse non ce n’erano disponibili? E a quel punto, cosa poteva fare Messina? Ha provato a prendere il nome più sensato tra quelli disponibili, molto semplicemente. Certo, il francese non ha nell’attacco dal palleggio il proprio forte, ma qualcuno, come detto sopra, questa cosa deve pur farla, in mancanza di Shields. Thomas non vuole farla, Hall deve dare una mano in regia, chi rimane? Sarebbe stato, appunto, molto meglio avere un play nuovo e chiedere a Hall di agire in quell’altro senso, ma questo play nuovo, mettiamocelo bene in testa, non c’era.

Messina ha riportato Milano alla rilevanza europea nelle due stagioni che hanno preceduto questa. Non si può buttare a mare questa base per colpa di una situazione sfortunata e che ha molti colpevoli. Secondo me, il coach siciliano dovrebbe rimanere al timone fino al termine di questa stagione, cercando di prendere quello che è ancora a disposizione, in termini di trofei da vincere, in Italia, dopodiché Pangos, Thomas e Voigtmann devono andarsene, e al loro posto devono arrivare un play e un lungo di prima fascia e un’ala piccola che, anche se non è versatile, possa fare ciò di cui c’è bisogno. Tre giocatori non sono tanti, e le gerarchie possono essere ricostruite, e i contratti rimodulati di conseguenza, augurandosi che Tonut abbia imparato la lezione, rassegnandosi al fatto che Mitrou-Long e Hall possono essere solamente dei buoni interpreti di complemento, e che lo stesso Davies va usato come uomo di situazione. Ricominciare tutto da capo, secondo me, darebbe proprio la sensazione di anni sprecati, e prima di farlo, vale la pena provarci nella direzione che suggerisco qui sopra. Capisco che questo dipenda dall’idea che un po’ troppi giocatori accettino un ruolo meno rilevante e, soprattutto, uno stipendio ben più basso, ma un tentativo varrebe la pena di farlo.

Pubblicato il gennaio 12, 2023 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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