In bocca al lupo, amici milanisti

Ieri sera ho visto la partita e, da persona che non guarda quasi più partite ma che si informa sui dibattiti calcistici in corso, ho provato, da romanista, a farmi un’idea sul Milan attuale. Ecco le mie considerazioni.

La prima cosa, e la più importante, è che mi sembra evidentissima la rottura definitiva tra il gruppo di giocatori e Pioli, per cui o mandi via un sacco di quei giocatori, o mandi via Pioli. Siccome questa squadra l’ha fatta l’attuale dirigenza mentre Pioli lo avevano ereditato, non credo ci possano essere dubbi su cosa verrà fatto.

Ora, la domanda sorge spontanea: di chi è la colpa di questo stato di cose? Ammetto che, mentre guardavo la partita, pensavo che fosse tutta dei giocatori, e, di conseguenza, della dirigenza che li ha scelti. Non credo, infatti, che ci voglia un occhio esperto per capire che quasi tutti quelli che sono scesi in campo con la maglia del Milan ieri si credono stocazzo ma in realtà sono più fumo che arrosto, sono mezzi giocatori che, se tenessero conto dei propri limiti con consapevolezza e umiltà potrebbero certamente essere più utili alla causa, peccato che invece siano intimamente convinti di essere delle divinità scese sul pianeta Terra, e che tutti gli altri membri della squadra siano più scarsi di loro. Così, ognuno in campo fa qualcosa di esteticamente bello da vedere ma senza concretezza e mostrando chiaramente la convinzione di avere attorno a sé dei compagni non all’altezza della propria – supposta – maestria calcistica.

Però, poi, ho ascoltato le dichiarazioni di Pioli a fine partita, ascoltate con le mie orecchie sulla RAI e non riportate. Ho pensato bene a quello che ha detto e sono giunto alla conclusione che, indubbiamente, anche lui stia commettendo lo stesso errore, ovvero essere convinto di essere il detentore della scienza calcistica senza minimamente tenere conto dei giocatori che ha e di ciò che succede realmente in campo.

Voglio dire, lui magari l’idea iniziale che tiene conto delle caratteristiche dei suoi e degli avversari ce l’ha, ma se poi detta idea non funziona, morire che provi a cambiare qualcosa. Ieri sera, trovandosi in superiorità numerica, ha insistito col gioco sugli esterni, per far arrivare con continuità palloni in mezzo. Scelta che ci può stare, ma se poi vedi che effettivamente di cross ne arrivano 10 o 15, ma nessuno di essi risulta pericoloso perché Giroud è ben contenuto e Jovic è un ectoplasma, ma cambia qualcosa, no? Chiama fuori Giroud a fare delle sponde, gioca con scambi veloci nella zona centrale, cercando anche situazioni per buoni tiri da fuori, hai in campo Reijnders che è un buon tiratore, hai Musah che nel primo tempo ha svariato con pericolosità, e invece no, li usi solo per far arrivare la palla a Chukwueze da un lato e Leao dall’altro, fine del tuo gioco. I palloni verso l’area piovono con continuità, ma Smalling a fare quel tipo di marcatura lì è ancora tra i migliori in circolazione, Mancini e Llorente fanno il loro, la scatola non si apre, e buona notte. Se la scatola non si apre, trova altri modi per aprirla, mi sembra un concetto base questo.

Invece no, a fine partita, alla domanda diretta “alcuni dei suoi, anzi, molti dei suoi, non hanno risposto” dice senza mezze misure: “sì, è proprio così”, e aggiunge: “abbiamo avuto le stesse situazioni loro, solo che loro hanno segnato e noi no”, come a dire: “io, profeta del calcio, vi ho dato le direttive giuste per avere successo, ma voi, capre, non avete l’abilità necessaria per seguirle”. Come se quest’ultima cosa fosse un merito poi, aver avuto le stesse situazioni di una squadra con mezzi tecnici inferiori, minor ampiezza di rosa e per di più che può difendere un risultato favorevole e quindi dovrebbe essere meno portata ad attaccare. Ed è stata un 10 per due terzi di partita. Molte di più ne dovevi avere si situazioni, mica le stesse, aver avuto le stesse è un demerito, non un merito.

Non può essere così il rapporto tra squadra e allenatore, ma nella maniera più assoluta. Praticamente, ogni singola persona in quella squadra pensa di essere l’unico degno di farne parte. Forse se andassimo a scavare su ciò che pensano, che ne so, i vice allenatori, sarà più o meno lo stesso.

Capisco che le mie considerazioni siano figlie di una sola partita, però è in partite come queste che esce la verità, mica nelle vittorie in casa col Frosinone, onestamente.

Per cui, qual è la soluzione? Secondo me, la stessa che è stata adottata per la Roma con l’ingaggio di De Rossi come allenatore, ovvero trovare una personalità autenticamente milanista che sappia riportare prima di tutto il senso dell’essere milanisti in ogni singolo componente della squadra. Solo che Maldini te lo sei giocato, Ibra è stato anche tante altre cose oltre a essere stato milanista e poi avrà sì una buona idea di disciplina, ma anche un culto della propria personalità un po’ troppo marcato, e altre figure carismatiche che possano fare quello che serve non ne vedo. Anche perché, più che un dirigente o un tem manager, ci vorrebbe proprio un allenatore,

Uno forse ci sarebbe, ma non glielo fa fare nessuno di imbarcarsi in una missione di questo tipo. Parlo, ovviamente, di Ancelotti. Lui andrebbe bene, ma non verrà mai, e altri nomi buoni non me ne vengono in mente.

Quindi, amici milanisti, purtroppo vi vedo male, perché chi sta a capo della baracca non dovrebbe permettere che si crei una situazione di questo tipo, ma siccome, invece, l’ha ampiamente permesso, adesso la vedo dura rimediare. Ci vuole un manico che sia in grado sia di riportare l’idea di gruppo che di avere la necessaria autorità. In giro c’è? Magari sì, ma chi lo sceglie? Quelli che hanno guardato con inerzia il verificarsi dell’attuale deriva? Stiamo freschi allora.

In bocca al lupo, amici milanisti. Ne avete bisogno.

Pubblicato il aprile 19, 2024 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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